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Come chiedere risarcimenti al comune per danni stradali derivanti da buca nell’asfalto

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Sono molti gli utenti della strada che, a seguito di un incidente, intendono chiedere un risarcimento al comune per il danno subito, ritenendo la pubblica amministrazione responsabile, anche solo parzialmente, del sinistro stradale. Le buche sulla strada e l’asfalto danneggiato o irregolare sono tra le cause più frequenti di incidenti di varia gravità. E’ possibile reclamare con il comune o con l’ente che cura le strade? La risposta è sì, ma bisogna armarsi di pazienza.

 

La normativa in materia è infatti scarsa e poco precisa, un terreno fertile per chi voglia tirare le cose per le lunghe dal punto di vista legale e giungere ad una mancata condanna per prescrizione. E’ perciò opportuno farsi assistere da un legale che sappia farsi valere e incalzi le pubbliche amministrazioni negligenti o fintamente “distratte”.

 

Dal punto di vista civile, i comuni sono responsabili della manutenzione delle strade e, in base all’art. 2043 del Codice Civile, possono essere chiamati in causa per ricevere un rimborso/risarcimento per fatto illecito. Secondo l’art. 2051 del Codice Civile è inoltre possibile contestare alla pubblica amministrazione un “danno cagionato da cose in custodia”, essendo le strade un bene che comuni e province sono tenuti a curare.

 

Detta così sembra molto semplice. In realtà, fino a dieci anni fa, era molto difficile ottenere un risarcimento per un danno causato da una buca stradale. Era infatti molto complesso stabilire entro quali limiti potesse esservi un illecito nella mancata manutenzione di un tratto di strada e quanto diretto fosse il nesso causa-effetto tra l’esistenza della buca sull’asfalto e l’incidente che ha generato il danno.

 

Nel 2002 è intervenuta la Suprema Corte di Cassazione (sentenza del 3 dicembre 2002) che ha stabilito come la Pubblica Amministrazione, ossia l’ente responsabile della manutenzione delle strade, è da ritenersi responsabile dei danni provocati dalle buche stradali solo quando queste rappresentino chiaramente delle “insidie” o dei “trabocchetti” per gli automobilisti, che non potrebbero evitarle con la normale diligenza prevista alla guida di un veicolo.

 

Perché si possano avere buone chance di vincere un ricorso per risarcimento da danno stradale, devono quindi sussistere due elementi fondamentali: l’imprevedibilità della presenza di una buca o di una sostanziale anomalia nell’asfalto e l’inevitabilità dell’impatto che ha causato il sinistro.

 

Il passaggio dalla teoria alla pratica è più complesso di quanto non si creda. Come si può dimostrare che l’urto era inevitabile? E soprattutto, come facciamo a provare che è stata propria la cattiva condizione del manto stradale a provocare l’incidente? E’ evidente che ogni singolo caso si presta ad interpretazioni variabili e con un alto grado di discrezionalità. Non è inusuale che il giudice si rifaccia salomonicamente all’art. 1227 comma 1 del Codice Civile rilevando un concorso di colpa del danneggiato: ma anche in un caso del genere sarebbe già un successo, perché significherebbe che un rimborso parziale ci sarebbe riconosciuto.

 

Un esempio di colpa a carico dei comuni e delle province è la mancata segnalazione del pericolo, ma, anche in quel caso, la tempestività della segnalazione è soggetta ad interpretazione: se la buca è presente sulla strada da un mese e non è segnalata, va da sé che siamo di fronte a negligenza, ma se è lì solo da pochi giorni è verosimile che gli amministratori non ne siano a conoscenza. Non si può ovviamente pretendere che vi sia un monitoraggio costante delle strade, 24 ore al giorno tutti i giorni (lo dice la Cassazione).

 

Quand’è che una buca può considerarsi evitabile? Se la si può evitare solo saltando nella corsia di marcia opposta o uscendo dalla carreggiata (entrambe azioni molto pericolose) sussistono i criteri di inevitabilità, che diventano ancor più netti in casi di aumentata pericolosità del tratto stradale (ad esempio in curva o a scorrimento veloce).

 

Che cosa fare allora? Anzitutto è necessario documentare il più possibile l’accaduto: facciamo foto sia alla strada, da varie angolazioni, che alle vetture danneggiate. Chiamiamo le forze dell’ordine perché verbalizzino quanto accaduto e facciamo scrivere al nostro legale una lettera al comune o alla provincia chiedendo un risarcimento. (qui trovate il modulo per la richiesta di risarcimento danni da buche stradali)

 

L’ideale sarebbe allegare, oltre alla documentazione fotografica e al verbale dei vigili o delle forze dell’ordine, anche la fattura del carrozziere/meccanico, eventuali referti medici e la testimonianza di qualche persona (meglio se più di una) che ha assistito al sinistro.

 

In questo modo massimizziamo le possibilità di successo. Sappiamo, ad esempio, che sono stati raggiunti risultati molto positivi negli ultimi tempi, sia in termini di risarcimento che di tempistica: abbiamo notizia di rimborsi di 600 € per danni da buche stradali liquidati in meno di 6 mesi.


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